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Bernhard Scholz (Presidente Compagnia delle Opere) incontra gli operatori dell’Associazione (18/09/2019)
08:00 - 17:00
Lo scorso settembre Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, è stato ospite nella nostra sede di Monte Cremasco ed ha dialogato con gli operatori di Fraternità. Riportiamo alcuni passaggi degli argomenti toccati durante l’incontro.
Mission
L’idea della mission sembra una cosa astratta ma di fatto è la risposta alla domanda ultima: “Perché facciamo quello che facciamo?”.
La nostra mission è quella di aiutare le famiglie e i ragazzi. Dalla modalità di usare i soldi, di vestire, di suddividere i lavori, fino al modo di parlare, tutto deve essere riconducibile a questo. La mission nasce dalla necessità di dare un’immagine condivisa di un’organizzazione. Lo scopo della mission è quello di aiutare la condivisione, la partecipazione, l’unità e non l’uniformità.
Sapere qual è la mission è molto importante anche per chi sta fuori e vuole capire l’organizzazione, sia nella definizione che nel vissuto. Soprattutto perché la sua comprensione dà grande libertà per decidere se entrare o non entrare nell’organizzazione e non solo per quanto riguarda le famiglie ma anche per le istituzioni (Es. Perché un giudice dovrebbe dare a noi il ragazzo?) Quindi da un certo punto di vista la mission è la cosa più concreta di tutte.
Corresponsabilità
Per trattare la questione della corresponsabilità bisogna partire da una riflessione sulla propria responsabilità cosciente. Bisogna sapere qual è il proprio compito, qual è il proprio scopo, qual è il proprio metodo e quali sono le proprie competenze e poi capire come in tutto ciò ci si inserisce nel gruppo, ricordandosi però di non sconfinare mai!
Io quando lavoro, in ogni caso rispondo in un qualche modo a qualcuno, cioè non è possibile che quando faccio qualcosa lo faccia senza un’idea. Può essere un’idea sbagliata, approssimativa, può essere precisa, può essere offuscata ecc… però io agisco sempre a seconda di un’idea più o meno chiara di quello che è il mio lavoro. Questo porta quindi ad avere anche la necessità di sapere che cosa fanno gli altri, ad avere un’idea di chi lavora con me, che cosa fa e che cosa non fa, in modo tale da sapere dove sono inserito e come sono inserito.
Collaborazione
Un’organizzazione nasce dal fatto che c’è un grande compito, che uno da solo non può svolgere. Per affrontarlo ci si mette insieme e si suddividono i compiti.
Collaborare vuol dire avere uno scopo comune, in cui ognuno porta il suo contributo, caratterizzato dalle sue competenze. Per dare il proprio contributo bisogna, però, avere chiaro lo scopo per cui si collabora e sapere che si è corresponsabili per il raggiungimento di quest’ultimo. Infatti, mentre tu dai il tuo contributo devi avere in mente lo scopo finale che si vuole raggiungere e devi essere anche cosciente dei contributi degli altri e quindi dialogare con loro. Bisogna capire che senza il contributo che l’altro dà, io non potrei dare il mio e che quindi in un’organizzazione non c’è un ruolo più importante di un altro, sebbene molto spesso nelle opere sociali vi sia quest’idea e che altrimenti vorrebbe dire misconoscere profondamente la natura di una collaborazione. È quindi fondamentale riconoscere in maniera oggettiva e profonda questa interdipendenza, per poter lavorare insieme.
Competenza
Viviamo in un contesto in cui la competenza, la professionalità, la capacità di metabolizzare quello che accade intorno a noi è ormai all’ordine del giorno perciò ci dobbiamo emancipare anche noi con uno sguardo, passatemi il termine, meno artigianale e più professionalizzato.
L’Associazione Fraternità richiede diverse competenze, professionali e non, che rappresentano il contributo che ognuno dà all’obiettivo comune, dai dipendenti alle famiglie. Quando si parla di competenza nel nostro caso specifico, non si può parlare solo di competenza professionale dei dipendenti, bisogna allargarsi anche alle competenze delle famiglie, in quanto, sono loro il soggetto educativo. Le famiglie non devono acquisire competenze per avere una professionalità, ma per arricchirsi per il bene dei ragazzi devono diventare semiprofessionali. Bisogna quindi porsi insieme alle famiglie la domanda “Qual è il bene per i ragazzi?”, per poi prendere coscienza del bisogno dell’altro. E questa presa di coscienza è un atto oggettivo di competenza, che se attuato porterà dei miglioramenti, ai quali seguirà un desiderio maggiore da parte delle famiglie di acquisire competenze.
Creatività
Nell’opera della Fraternità ci sono spazi e margini anche ampi perché uno possa metterci un po’ di creatività nelle soluzioni, nelle proposte e nella condivisione di quello che accade. Per cui niente deve essere standardizzato.
Dobbiamo quindi essere creativi, nel senso di trovare modalità nuove per affrontare i problemi che si presentano.
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Lo scorso settembre Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, è stato ospite nella nostra sede di Monte Cremasco ed ha dialogato con gli operatori di Fraternità. Riportiamo alcuni passaggi degli argomenti toccati durante l’incontro. Mission L’idea della mission sembra una cosa astratta ma di fatto è la risposta alla domanda ultima: “Perché facciamo quello che facciamo?”. La nostra mission è quella di aiutare le famiglie e i ragazzi. Dalla modalità di usare i soldi, di vestire, di suddividere i…
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