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Il mistero della vita è accogliere un altro fin dal mattino – Festa di Natale 22 dicembre 2019
00:00 - 17:00
Don Ambrogio: Voglio ripercorrere adesso con voi alcuni passaggi perché penso che ci aiutino a guardare con sguardo rinnovato a questa avventura (cioè andare incontro a uno che mi sta venendo incontro, a prescindere dalla nostra distrazione) perché se noi non ci rendiamo conto di che cos’è il mistero della vita e quindi il mistero di questa accoglienza dell’altro, mai potremo fare esperienza, potremo spendere tante parole ma mai fare esperienza cioè gustare il significato delle cose.
Che cosa ci sta più a cuore in questo tempo d’Avvento? Ciò che la Chiesa ci richiama nel tempo d’Avvento è il mistero dell’attesa. Perché se ti dicessero che sta per arrivare un tuo amico tu ti metti in attesa, lo aspetti. Attesa viene dal latino e significa “essere teso a”, se so che stai per arrivare tutto il mio essere ti sta aspettando, questo è il Mistero più grande della vita. Mi ha sempre colpito l’Avvento perché pensate che cosa sarebbe la vita se alzandovi al mattino vi accorgeste di non aspettare nulla e nessuno. Lo so che è molto difficile che accada perché noi siamo attesa ma se riusciste ad immaginare una cosa così vi mancherebbe il fiato, non riusciremmo a reggere la gravità dell’istante se non ci fosse l’attesa di qualcuno. S. Beckett, un famoso drammaturgo del secolo scorso, ha scritto Aspettando Godot e tutti aspettano Godot ma Godot non arriva perché non c’è e qui il dramma sfocia nella tragedia perché pensate cosa sarebbe la vita se aspettassimo una persona e questa non c’è.
Noi non possiamo decidere di non attendere come non possiamo dire al nostro cuore di non aspettare, il punto è: chi aspettiamo? Se non aspettiamo Cristo coscientemente inevitabilmente aspettiamo qualcos’altro o qualcun altro. Cesare Pavese nel suo diario “Il mestiere del vivere” scrive: “forse qualcuno ci ha promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?” Semplice, è il rapporto inestricabile tra attesa e promessa; la promessa indica un’attesa, pro-mettere significa guardare avanti, attendere. Pavese che non era cristiano e che alla fine non è riuscito a reggere l’urto del tempo e si è tolto la vita, era un genio e Don Giussani diceva che un genio, ovunque sia e a qualunque cultura appartenga, se è genio è profeta di Cristo. Per questo attendiamo e riusciamo persino ad amare il tempo perché il tempo è abitato da questa promessa, da uno che ci attende. Cristo dopo la resurrezione rimane presente, è una presenza che permane. Questo è affascinante, vivere perché qualcuno ci ha fatto una promessa. Che differenza c’è tra la mia attesa da cristiano e quella dell’altro? Che noi abbiamo avuto la grazia di conoscere colui che è già venuto, che è presente e che sta per tornare, infatti attendiamo il suo ritorno, la sua presenza.
Quindi cosa stiamo aspettando se non la sua presenza? Cristo tutti i giorni si riaffaccia alla nostra vita riproponendoci questa sfida: mi ospiti? Mi accogli oggi? A chi dici sì oggi? Nella vita noi diamo quello che viviamo, nessuno dà quello che non ha. Possiamo accogliere la realtà qualunque faccia abbia solo a condizione che la nostra vita stia godendo adesso dell’accoglienza di Cristo, del fatto che Cristo la mattina quando ci svegliamo è già lì che ti aspetta e ti dice: “io ci sono per te”. Questa è la sfida del cristianesimo, nessuno può dare quello che non ha.
Giuseppe: ti ringrazio per quello che hai detto, ho rivisto la mia storia, la storia di un amico che ho portato a Vitorchiano e che mi ha chiesto: “ma sanno chi sono io?” perché ne combinava di tutti i colori ma è rimasto meravigliato per come è stato chiamato dalle monache a partecipare alla loro funzione, guardato semplicemente come essere umano e non come peccatore.
Auguro buon Natale a tutti e ricordiamoci che i primi due che hanno accolto il mistero sono stati San Giuseppe e la Madonna, a loro è stato dato in affido Gesù Cristo, a noi, come diceva Don Giussani, non è stato dato in affido Gesù ma accogliendo questi bambini accogliamo degli angeli.
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Don Ambrogio: Voglio ripercorrere adesso con voi alcuni passaggi perché penso che ci aiutino a guardare con sguardo rinnovato a questa avventura (cioè andare incontro a uno che mi sta venendo incontro, a prescindere dalla nostra distrazione) perché se noi non ci rendiamo conto di che cos’è il mistero della vita e quindi il mistero di questa accoglienza dell’altro, mai potremo fare esperienza, potremo spendere tante parole ma mai fare esperienza cioè gustare il significato delle cose. Che cosa ci…
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